SHALL WE PLAY A GAME? WORK IN PROGRESS La guerra e la normalità sono due situazioni che si definiscono a vicenda, per contrapposizione. Più ci avviciniamo al punto di contatto di questi due insiemi, più ci accorgiamo che il confine che li separa è continuamente violato. Oggi più che mai.Dalle immagini dei bombardamenti diffuse in diretta durante la Prima Guerra del Golfo a quelle riprese dai droni telecomandati a distanza durante operazioni aeree “chirurgiche”, passando per quelle catturate dalle action cam montate sugli elmetti militari e quelle registrate da gruppi di guerriglieri con velleità sempre più social: viviamo in un presente in cui tutti i media riversano continuamente sull'osservatore (telespettatore, lettore, navigatore web che sia) immagini provenienti dai campi di battaglia di tutto il mondo. L'idea della guerra si insinua nella nostra quotidianità, la accettiamo e la decliniamo, snaturandone la brutalità e prendendone a prestito le componenti, lasciandoci attirare dalla sua iconografia e dai suoi rituali.Proprio con il dilagare di questa sorta di bulimia della rappresentazione della violenza, la mia attenzione è stata attratta dalla fascinazione che il mondo militare, al contrario di quanto si possa pensare (o sperare), esercita su un numero sempre maggiore di persone, pur consapevoli […]
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